Un’annata pazzesca del raccolto d’uva che supera i risultati ottenuti lo scorso anno, ma un dato altrettanto preoccupante visto la crisi di consumi dovuta al covid-19. Uno stop che ha comportato anche un aumento del numero di giacenze in questi tempi non troppo felici.
L’andamento climatico dell’annata è stato positivo. In Campania i primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da temperature piuttosto miti, con una piovosità moderata, che hanno contribuito ad un germogliamento nei tempi classici. Maggio e Aprile tutto è proseguito in sordina senza alcuna criticità climatica a guastare i ritmi. Un piccolo abbassamento di temperatura c’è stato agli inizi di giugno, ma ciò non ha comportato danni visti i giorni caldi e assolati dei mesi successivi. Grazie a questo andamento climatico lo stato vegetativo della vite non è stato compromesso e ciò ha portato ad oggi uve sane da un punto di vista fitosanitario, un indispensabile premessa per la qualità dei nostri vini.
I dati raccolti sul tutto il territorio campano riguardo la produzioni di ettolitri di vino, consentiranno all’Italia di mantenere il primato mondiale della produzione. Un primato di cui andare fieri, ma che preoccupa visto lo stop dei consumi. Il covid 19 non solo ha incrementato le giacenze ma ha messo in difficoltà il processo di scissione della vendemmia in produttiva e quotazione uve. Un processo non facile visti le scarse previsioni di vendite in un futuro che in generale è già di per sè difficile da prevedere. Lo stop dei consumi è un fenomeno avvenuto a livello mondiale, e che quindi ha comportato passi indietro anche sull’ export dei nostri prodotti. Prodotti che avevano ottenuto bei passi avanti negli ultimi anni. In conclusione bensì sia stata un’annata eccezionale, si prevedono alte giacenze che andranno ad incrementare già le scorte della Cantina Nazionale, mai stata così piena negli ultimi anni.